Nel weekend scorso il nostro associato Lorenzo Malatesta ha partecipato al suo primo raduno del Progetto Talent&Mentor a Coverciano e ci ha raccontato le emozioni che lo hanno accompagnato in questi due giorni di raduno:

Nel weekend del 4/5 Novembre ho partecipato alla UEFA Referee Convention organizzata dal Settore Tecnico A.I.A. nell’ambito del progetto “UEFA Mentor&Talent”.

Non vedevo l’ora di vivere quest’esperienza fin da quando, ormai più di un mese fa, il Presidente CRA Fabrizio Malacart mi ha chiamato per comunicarmi che voleva puntare su di me: ovviamente non ho potuto rifiutare e ho intrapreso con felicità, impegno e consapevolezza questa opportunità.

Dopo un viaggio in treno passato con i miei compagni di avventura a ridere e scherzare, oltre a vedere dei video per prepararsi al raduno, ecco che in un batter d’occhio stiamo varcando il cancello del Centro Tecnico Federale di Coverciano, la casa del Calcio Italiano.

Iniziano i lavori e già il semplice fatto di trovarsi nell’aula Magna del CTF rende il tutto molto particolare: sapere di essere seduto nello stesso posto in cui gli arbitri di Serie A fanno i propri raduni è sia motivo di orgoglio che di responsabilità perché non tutti hanno la fortuna di potersi sedere lì.

Dopo i saluti del presidente A.I.A. Carlo Pacifici e del vicepresidente Alberto Zaroli, il responsabile del Settore tecnico Matteo Trefoloni ha introdotto il progetto e ha lasciato alla responsabile del progetto Valentina Garoffolo l’apertura dei lavori. Dopo una breve introduzione in cui ci è stato ricordato che questo progetto non garantisce nessun posto e che nulla è definito se non la nostra volontà di crescere, la parola è stata data al già Supervisor dell’UEFA Convention Francesco Bianchi che ci ha intrattenuto con una lezione sulla gestione dei calci di punizione (free kick management) portando alla nostra attenzione molti aspetti che vengono dati troppo spesso per scontat e che possono essere causa dell’innalzarsi dell’agonismo nelle gare delle nostre categorie. In particolare nella lezione il focus si è incentrato, tra le altre, su due tematiche molto importanti: il “what could happen next?” (Ovvero la costante preoccupazione che l’arbitro deve avere quando è in campo, su ciò che potrebbe succedergli di lì a poco) e il “protect yourself”, ovvero l’obiettivo che l’arbitro deve porsi per evitare di avere in campo situazioni che possono creargli problemi.

A seguire abbiamo poi svolto dei primi videoquiz riguardanti le tematiche di Challenges e Penalty Area Incidents, in cui abbiamo potuto apprezzare come alcune situazioni, soprattutto in area di rigore, portino a diverse decisioni da parte nostra che sono frutto di un errato focus al momento della scelta.

Per cercare di superare queste disparità abbiamo quindi svolto dei lavori di gruppo seguiti dai responsabili del Settore Tecnico (personalmente ero in un gruppo seguito da Gregorio Dall’Aglio, responsabile del Modulo formazione e perfezionamento tecnico) in cui abbiamo avuto di modo di confrontarci con ragazzi di altre regioni e in cui ci veniva richiesto di dividere la nostra analisi in tre momenti principali: PRE – EVENTO – POST.

Per ognuno di questi dovevamo analizzare l’atteggiamento dell’arbitro, il suo spostamento e l’eventuale collaborazione con gli assistenti, oltre alla decisione tecnica e disciplinare riguardo all’evento.

Alla fine dei test siamo tornati in aula dove abbiamo corretto una parte di questi e poi i lavori si sono interrotti per la cena.

Questo è stato uno dei momenti più importanti per socializzare e fare nuove amicizie con arbitri di altre regioni dal momento che la richiesta che ci è stata fatta era quella di non stare solo con i nostri colleghi regionali ma di mischiarci con altre regioni: al mio tavolo per cena sono quindi seduto con arbitri Toscani, Laziali, Campani e Veneti e tra un racconto e l’altro la cena vola via troppo velocemente e siamo subito pronti per ritornare in aula.

A seguito della lezione siamo poi andati in camera, passando prima dal logo dell’Italia per farci una foto ricordo di questi due giorni fuori dal normale.

Il mio compagno di stanza è Leonardo della sezione di Padova e dopo 4 chiacchiere veloci è il momento di andare a dormire.

La mattina di Domenica è il momento dei test atletici e tecnici, con i lavori che vengono poi ripresi in aula e si concludono poco prima dell’ora di pranzo.

A fine raduno è di nuovo Francesco Bianchi a prendere la parola, ricordandoci che “non c’è limite a dove vogliamo arrivare” e che il nostro obiettivo, ribadito anche in chiusura dal responsabile Trefoloni, è quello di crederci, di lottare, di impegnarsi, di cadere e anche di rialzarci perché solo noi possiamo porci degli obiettivi e dobbiamo essere bravi a “fissarci un obiettivo per il quale saremo abbastanza bravi da raggiungerlo”.

Finito il raduno c’è tempo solo per un ultimo pranzo ed è arrivato purtroppo il momento dei saluti con buona parte dei ragazzi incontratiin questi giorni che ringrazio e spero di rivedere presto: Mario di Caserta, Sara di Arezzo, Giordano e Gabriele di Terni e il mio compagno di stanza Leonardo, oltre a molti altri che evito di aggiungere per non fare un elenco troppo lungo ma che come i nominati avranno d’ora in avanti un posto fisso nella mia memoria e nel mio cuore.

Con i colleghi piemontesi invece trascorriamo il pomeriggio in giro per Firenze per poi saltare sul treno di ritorno a Torino con molta malinconia ma la consapevolezza di aver vissuto una Figata unica.

Grazie quindi a Riccardo e Gabriele di Alba-Bra, Matteo di Biella, Jacopo di Novara, Lorenzo di Aosta, Federico di Nichelino e Michele di Cuneo perché se questi giorni sono stati una figata è anche merito del bel gruppo che abbiamo creato.

Un grazie speciale va anche e soprattutto a Nicolò, collega in sezione, compagno di allenamento, lepre da inseguire nello yo-yo e semplicemente amico, per avermi introdotto perfettamente nel progetto ed essermi stato sempre vicino nella preparazione del raduno. Forse per te il grazie e perfino poco.

I miei ringraziamenti vanno inoltre ai mentor Gianni e Walter anche se, come detto da Trefoloni, il lavoro con loro inizia adesso e sono prontissimo ad iniziare questo percorso di crescita.

Infine ci tengo a ringraziare il CRA, la Sezione e chiunque abbia creduto in me per la fiducia riposta con la promessa che il mio impegno sarà sempre massimo per cogliere tutte le opportunità e dimostrare di essere stato la scelta giusta.

Lorenzo Malatesta