Giovedì 18 ottobre la Sezione di Collegno ha avuto il piacere di organizzare una RTO che ha visto come gradito ospite e relatore il Componente del Comitato Nazionale dell’AIA Alberto Zaroli, della Sezione di Busto Arsizio. Alberto ha tenuto una riunione di forte stampo motivazionale nella cornice dell’Auditorium di viale Radich a Grugliasco, nella cui gremita platea erano presenti anche il Presidente del CRA Piemonte e V.d.A. Luigi Stella e i componenti CRA Antonio Mazza e Mario Pellegatta.
La serata si è aperta col meritato elogio da parte di Alberto a Bruno Surace, premiato recentemente come Presidente di Sezione particolarmente distintosi nella scorsa stagione sportiva. Alberto ha donato a Bruno un quadretto celebrativo, che il Presidente di Collegno ha accettato con gratitudine e commozione. Sia Zaroli sia Surace hanno esteso i complimenti ai consiglieri, ai collaboratori e a tutti gli associati di Collegno, tutti fondamentali per il raggiungimento di questo traguardo che testimonia l’ottima crescita non solo della Sezione, ma anche del movimento arbitrale piemontese e valdostano. Bruno Surace ha a sua volta ringraziato e presentato Alberto Zaroli agli astanti.
Alberto si è quindi addentrato nel vivo della lezione. Ha innanzitutto rimarcato come noi Arbitri dobbiamo distinguerci, oltre che in campo, anche nella vita di tutti i giorni: per fare da contrasto alla violenza che purtroppo tutte le domeniche si vede negli stadi, è doveroso che un Arbitro eviti di usare internet e le sue piattaforme per polemizzare o per commentare decisioni dei colleghi, oltre che per reclamizzare la propria fede calcistica. I social vanno utilizzati in maniera intelligente: in questo modo possono anche divenire mezzo di promozione e valorizzazione dell’Associazione arbitrale e dei suoi vari aspetti.
Ricollegandosi al fatto di trovarsi a Collegno, città nota per aver ospitato fino agli anni ’80 del ‘900 un imponente manicomio, Alberto ha analizzato la prima parola chiave della serata: la FOLLIA. Tutti noi Arbitri agli occhi di familiari, conoscenti e del mondo intero dobbiamo sembrare dei folli: e probabilmente in un certo senso lo siamo. Ma è proprio questa condizione di “pazzia” che ci permette di vivere appieno la nostra magnifica Associazione e di raggiungere i nostri OBIETTIVI, altra parola chiave, contro mille difficoltà: citando Steve Jobs, “Stay hungry, stay foolish” deve essere il nostro motto secondo Alberto. Questa fame e questa sana follia devono appartenerci se vogliamo tagliare i traguardi che ci siamo posti, ma il tutto va supportato da progetti reali e concreti, non da sogni a occhi aperti. Se un arbitro non si allena, non studia e non soffre si toglierà le proprie soddisfazioni solo nei sogni, ma non nella realtà. Infatti, se è vero che in un percorso arbitrale vi sono fattori imprevedibili e fattori non controllabili, è altrettanto vero che il fattore più importante si può controllare: siamo noi stessi! Su di noi possiamo lavorare e cercare di superare i nostri limiti. Spesso ci riempiamo la bocca della parola passione, ma come ha giustamente ricordato Alberto questo termine deriva dal latino “patior”, che come accezione principale ha quella di “soffrire, sopportare”: per dirla alla anglosassone, “No pain, no gain”. L’importante è vincere non in senso assoluto, ma piuttosto nel senso di vincere le paure, di vincere le difficoltà di superare i propri limiti, sempre attraverso un percorso di crescita caratterizzato anche dalla SOFFERENZA. Ogni percorso di crescita arbitrale va accompagnato in ogni momento dall’UMILTA’, necessaria per accettare oltre che per capire i propri difetti e per poter accogliere l’errore come occasione di miglioramento e non di sconforto.
La chiosa finale di Zaroli ha riguardato i tanti che all’interno dell’AIA criticano e consigliano in maniera eccessiva, senza “fare” realmente per migliorare un collega: educare un arbitro non è come riempire un secchio di informazioni, ma è accendere in lui un fuoco che sta poi al singolo individuo far divampare.
A riunione conclusa Alberto, oltre al meritato applauso da parte di tutti i presenti, ha ricevuto un piccolo omaggio da parte della Sezione di Collegno, consegnatogli dalla nostra associata Angela Benfante. Come da tradizione, la serata si è conclusa con la cena in cui gli associati e il nostro ospite hanno potuto trascorrere insieme altro piacevole tempo.
Grazie Alberto!

Matteo Moncalvo