Giovedì 10 DICEMBRE 2015 si è tenuta la consueta RTO annuale con l’ospite nazionale: quest’anno abbiamo avuto il piacere di avere tra noi Danilo Giannoccaro della sezione di Lecce, arbitro di serie A fino a poche stagioni fa e attuale responsabile e designatore della CAN PRO. Dopo i saluti di rito rivolti ai molti colleghi venuti numerosi dalle vicine sezioni consorelle piemontesi – tra cui anche il componente CAI Luigi Stella – e dopo una nitida e incisiva presentazione dell’ospite fatta dal nostro Presidente Bruno Surace, Danilo ha preso la parola ed ha iniziato una conversazione impostata decisamente sul motivazionale abbinando tecnica e psicologia arbitrale, rendendo così la riunione sin dall’inizio stuzzicante e stimolante, coinvolgendo la numerosa platea e creando entusiasmo nei numerosi colleghi presenti. Per iniziare, Danilo ha mostrato un video che ritraeva le immagini più significative del raduno della CAN PRO di questa stagione: ha, così, reso evidente il grande lavoro svolto dalla commissione, dagli arbitri e dagli assistenti durante i 4 giorni di raduno. Subito dopo, il nostro ospite ha spiegato quali sono, secondo lui, le tre componenti fondamentali che un Arbitro deve possedere per potersi definire tale: l’allenamento, la conoscenza del regolamento e la testa. Giannoccaro ci ha fatto capire come essere allenati sia il presupposto basilare per poter arbitrare in quanto, per vedere bene, valutare e prendere le decisioni opportune e corrette bisogna sempre trovarsi nella posizione giusta, con la mente lucida cercando di intuire e anticipare l’azione. Essere preparati dal punto di vista atletico è fondamentale come, del resto, è richiesto nel calcio di oggi. Quindi ci ha esortati ad allenarci il più possibile e a non puntare alla sufficienza nei test atletici, sia perché agli Organi Tecnici Nazionali viene richiesta una preparazione che va ben oltre il raggiungimento della soglia minima nello Yo-yo test, sia perché puntando al minimo richiesto non saremo mai dei veri Arbitri. “La parola sufficienza va abolita dal nostro vocabolario, sia per quanto riguarda l’ambito strettamente arbitrale sia per quanto riguarda la vita”: Queste sue parole hanno inciso profondamente agli occhi della platea. Il secondo sforzo che deve fare l’arbitro è quello di imparare il Regolamento e ciò che deve essere visto come un dovere: l’arbitro è tenuto a conoscere le regole del calcio e non è ammissibile che si debbano ripetere partite per errori tecnici. Infatti uno dei motivi per cui l’arbitro deve essere preparato sul Regolamento è che in tal modo egli è in grado di decidere in maniera rapida e determinata sul campo, senza esitazioni, convinto di essere nel giusto; così facendo l’arbitro sarà in grado di far accettare le proprie decisioni ai calciatori, che spesso protestano proprio perché il Regolamento è a loro sconosciuto. “Il calcio è l’unico sport al Mondo in cui i protagonisti non sanno le regole”, ha giustamente rilevato Giannoccaro: il compito dell’arbitro è perciò doppiamente difficile, in quanto deve convincere i calciatori e i dirigenti della correttezza delle proprie decisioni. L’elemento che però rende l’Arbitro tale è la testa, è la mentalità da arbitro. Danilo ci ha fatto capire cosa intendesse anche con l’ausilio di alcuni video, infatti, mentre li mostrava, ha chiesto di analizzare ogni episodio osservando da “arbitri” e non da tifosi o da calciatori. Il risultato è stato che dietro a video apparentemente “normali” si nascondessero insidie e dettagli, dimostrando che solo chi riesce a possedere veramente la mentalità da arbitro può notare. Altri video hanno mostrato come l’intelligenza arbitrale sia fondamentale per poter portare a termine una gara senza commettere errori.

Dopo animate e interessanti interventi è stato posto il seguente quesito: come acquisire questa “intelligenza arbitrale”? Per accrescere questa “intelligenza”, elementi importanti per crescere sono: partecipare alle riunioni e ai raduni nei quali vengono costantemente mostrati filmati didattici che aiutano a risolvere e capire episodi ricorrenti con casistiche varie e guardare il più possibile partite di calcio (Danilo ha giustamente sottolineato che a differenza di quando lui era più giovane, noi oggi abbiamo a disposizione canali tv dedicati e siti internet sui quali poter vedere calcio 24 ore su 24), per poter così allenare l’occhio, sul campo, cercando di individuare e prevedere sempre quale sviluppo potrà avere l’azione, in quanto quando un calciatore è in possesso del pallone non ha infinite scelte davanti a sé, ma soltanto pochissime opzioni. A questo punto noi dobbiamo essere in grado di comprendere quali scelte tale calciatore potrà adottare e spostarci, di conseguenza, alla ricerca della più idonea per poter sempre prevedere l’azione (e non farci trovare impreparati). Danilo ci ha invitati a tenere presente i suggerimenti proposti che ci potranno servire per ragionare da Arbitri: solo in tal modo ciascuno di noi potrà raggiungere “la propria serie A”, dando tutto per l’arbitraggio.

In conclusione ci ha fatto notare quanto siamo stati fortunati ad entrare e a far parte del mondo arbitrale e ci ha invitato a ringraziare il giorno in cui tutti noi abbiamo preso questa decisione: “Ognuno di voi, a differenza dei vostri coetanei, ha una marcia in più”. Il che vale dal punto di vista prettamente calcistico, dal momento che un arbitro è un esperto di calcio, a differenza di tanti tifosi o appassionati che in realtà ben poco sanno di questo sport; ma questo vale anche nella vita, perché un arbitro è in grado di arrivare “un secondo prima” rispetto ad un altro: questa “mentalità arbitrale”, se si riesce ad acquisirla appieno, potrà risultare fondamentale anche nel mondo dello studio e nel mondo del lavoro.

Dopo un caloroso applauso da parte dell’uditorio rapito dalle bellissime parole di Danilo, la serata si è conclusa con una gustosa “pizzata” e con una convinzione in più: siamo veramente fortunati ad avere ottimi dirigenti e ad essere degli Arbitri fieri e orgogliosi di far parte di un’Associazione così bella e formativa come la nostra, che ci aiuta a vivere meglio la vita quotidiana.

Grazie ancora Danilo, a presto!

Matteo Moncalvo