……… si direbbe proprio di no! ma l’arbitro perfetto non esiste e non esisterà mai. Neanche fra i professionisti:
Figurarsi fra quelli che vogliono imparare.
Per tutte le società che lo ritenessero utile, siamo pronti a fornire corni rossi o ferri di cavallo.

Girovagando per i campetti “di periferia”, capita spesso di sentire esclamazioni esemplari tipo : “ma chi ti ha mandato ad arbitrare?” .
Grossolano errore! perché il meccanismo che ammette nei quadri arbitrali le giovani risorse con “giacchette gialle o nere”, risulta un po’ prolisso quanto inutile da spiegare.
Quel che oggi conta, è una foggia imprescindibile di questo meccanismo. Nella fattispecie : la formazione.
Ovvero una figura cardine della macchina organizzativa delle sezioni : il direttore didattico del corso arbitri.

Non vorrà assurgersi come un invito ad additare un capro espiatorio di alcune sbavature dei nostri arbitri nel campo pratico.
Bensì intendiamo levare agli onori della cronaca interna, il contributo importante nonché indispensabile, di un’unità fondamentale nell’ergonomia della struttura associativa.

La sezione AIA di Collegno annovera nei propri quadri dirigenziali il nome di Bruno Surace.
Arbitro Benemerito, coi suoi 40 invidiabili anni di tesseramento, riveste anche la carica di vice presidente e contestualmente quella di direttore dei corsi.

Bruno Surace nasce a Reggio Calabria nel 1949 dove permane fino al 1975.
Sempre nella sua città natale ha inizio la carriera arbitrale alla giovane età di 17 anni, quando ancora la divisa comprendeva la giacca abbottonata e i cartellini non esistevano (adora raccontare l’aneddoto di un’espulsione comminata eseguendo il gesto della mano per indicare ad un giocatore l’uscita dal terreno di gioco).
Le spiccate doti tecnico/atletiche lo proiettarono fino all’ormai estinta serie D.
Si trasferisce in Piemonte per contingenti motivi di lavoro nel 1975.

Per il suo hobby preferito lo accoglie prima la sezione di Torino e in occasione di uno scorporo amministrativo, nel 1984 si ritrova fra i pionieri della sezione di Collegno.
Dimessa la divisa nera ormai da un po’ di anni, si dedica sempre più “paternamente” alle sorti organizzative delle attività sezionali unitamente all’attività da Osservatore Arbitrale.
La sua formazione professionale e l’ascendente con i giovani, lo portano ad affinare sempre meglio la caratteristica di istruttore nei corsi di preparazione per “aspirante arbitro”.
Riveste con interesse e passione questo ruolo ormai da molti lustri, avendo portato al “patibolo e/o goduria” più di 200 neo arbitri.
Chi scrive è uno delle tante decine di arbitri transitati dalle lezioni del prof. Surace. Nell’addestramento teorico degli aspiranti arbitri, Bruno applica ben altro che la semplice spiegazione del regolamento.
Lo charme e l’affabilità prodotti genuini della sua personalità, mettono a proprio agio i corsisti che si affacciano più o meno timidamente in questo ambiente “incognito e sinistro”.
Da subito si capisce che arbitrare non sarà uno scherzo da prendere sotto gamba e sebbene si vada a dirigere solo un gioco, l’attività da arbitro non può essere eseguita come un gioco.

Parte dei giovanissimi arbitri che sono passati dalle commissioni d’esame di Collegno, oggi possono confermare di essere cresciuti e maturati anche per merito suo.
L’impegno profuso in sezione da Bruno Surace è confinante a quello della scuola e della famiglia. I principi sono i medesimi : cultura, fratellanza, onestà.
I valori fondamentali quelli di lealtà, giustizia e sportività.

Dai suoi corsi escono sempre arbitri che sanno bene a cosa vanno contro e impeccabilmente preparati dal punto di vista teorico.
Va da se che non tutte le ciambelle nascono col buco e pertanto il ricambio tra le fila degli associati è sempre attivo soprattutto in virtù del fatto che tra il dire e il fare c’è di mezzo sempre il mare. L’attenuante per chi si cimenta nell’apprendimento del nostro hobby, varrà la pena di essere contrapposta alla derisione di chi al contrario si dà delle arie con eccelsa ignoranza da tribune e salotti.
Con necessaria autoironia, nella peggiore delle ipotesi bisognerebbe correggere l’esclamazione della frase citata all’inizio, in : “ma chi ti tiene come arbitro”.

Lungi dall’ennesima autoflagellazione, onore a chi ci prova e a chi scommette su se stesso, guardando dritto negli occhi chi crede di essere forte con la copertura fittizia del branco!

Il 3 ottobre è tornata a squillare per la 23^ volta in ventuno anni la campanella delle lezioni per la Sezione AIA di Collegno.

Tutti in classe! C’è l’ora di arbitraggio del prof. Surace.
Salvatore Cannella